Sant’Antonio Abate è considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati: nato a Qumans (Egitto) nel 251, visse oltre cento anni, fino al 17 gennaio 356; viene ricordato dalla Chiesa cattolica e da quella luterana il 17 gennaio. Da non confondere con Sant’Antonio di Padova, frate francescano di origine portoghese che visse a cavallo del XIII secolo e che viene celebrato il 13 giugno.
Sant’Antonio Abate è patrono dei macellai e dei salumai, dei contadini e degli allevatori; è inoltre protettore degli animali e dei lavoratori col fuoco, dunque dei fornai, dei vigili del fuoco e anche dei ceramisti. Considerato un potente taumaturgo e guaritore, viene invocato contro l’herpes zoster, comunemente conosciuta come fuoco di Sant’Antonio.
Il culto di Sant’Antonio è molto radicato in Italia e la Romagna non fa eccezione: in occasione della festa di Sant’Antonio è tradizione benedire gli animali, le stalle e i forni, affidandoli al santo.
Lunette, targhe e formelle di Sant’Antonio Abate
In campagna, nei caseggiati e all’esterno di stalle e infrastrutture agricole, si trovano spesso targhe, lunette o formelle in ceramica raffiguranti Sant’Antonio Abate, affisse a protezione del focolare domestico, degli animali e del lavoro nei campi.
Da sempre La Vecchia Faenza realizza formelle e targhe in ceramica con la figura di Sant’Antonio Abate rappresentato secondo l’iconografia tradizionale. Tra gli elementi identificativi l’abito monacale, il bastone a forma di tau (croce a T) con la campanella appesa, il fuoco, la presenza del maialino e di altri animali di allevamento e domestici, il libro delle Sacre Scritture in mano e aperto.
Le ceramiche con Sant’Antonio sono pronte e adatte per l’affissione anche in esterni, in quanto sono resistenti al sole e alle intemperie.
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