Sant’Antonio Abate
Lunette, targhe e formelle in ceramica di Sant’Antonio Abate
La Vecchia Faenza realizza ceramiche artistiche di varie tipologie – lunetta, targa o formella – raffiguranti Sant’Antonio Abate rappresentato secondo l’iconografia tradizionale. Tra gli elementi identificativi l’abito monacale, il bastone a forma di tau (croce a T) con la campanella appesa, il fuoco, la presenza del maialino e di altri animali di allevamento e domestici, il libro delle Sacre Scritture in mano e aperto.
Si tratta di ceramiche pensate per l’affissione a muro o l’inserimento in nicchie esterne, sono infatti resistenti al sole e alle intemperie.
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Il culto di Sant’Antonio in Romagna e in Italia
Il 17 gennaio si celebra la festa liturgica di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, di macellai e salumai, di contadini e allevatori, e dei lavoratori col fuoco come fornai, vigili del fuoco e anche di noi ceramisti. In occasione della festa del santo è tradizione benedire gli animali (domestici e non), le stalle, i forni e i luoghi di lavoro.
Venerato in tutta Italia, la devozione a Sant’Antonio Abate in Romagna è diffusa specialmente nelle zone rurali, dove è facile imbattersi in targhe, lunette o formelle in ceramica affisse all’esterno di stalle e ricoveri per gli animali, sulle cucce degli animali domestici o sopra la porta delle case, a protezione del focolare domestico.
In Romagna è tradizione dare un pezzetto di pane benedetto – quello che viene distribuito al termine della messa di Sant’Antonio – agli animali, soprattutto a quelli ammalati.
Sant’Antonio Abate detto sant’Antonio d’Egitto: cenni biografici
Sant’Antonio Abate è considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati; è uno dei quattro Padri della Chiesa d’Oriente che portano il titolo di “Grande”, per questo è conosciuto anche come sant’Antonio il Grande.
Nacque a Qumans (Egitto) nel 251 in una famiglia di agricoltori cristiani benestanti. Rimasto orfano in giovane età, vendette tutto e si ritirò nel deserto a fare vita da anacoreta, dedicandosi alla preghiera in povertà e castità. Il lungo periodo di eremitaggio terminò quando un gruppo di seguaci decise di stargli vicino: cominciò allora la sua attività di guaritore ed esorcista, motivo per cui oggi viene invocato contro l’herpes zoster, comunemente conosciuta come fuoco di Sant’Antonio.
Morì il 17 gennaio 356 nel deserto della Tebaide all’età di 105 anni. La sua vita è narrata nell’opera agiografica Vita Antonii, scritta dal suo discepolo Atanasio di Alessandria.
Preghiera a Sant’Antonio Abate
Riportiamo di seguito un’antica preghiera a Sant’Antonio Abate che viene tradizionalmente stampata a corredo delle immagini del santo da affiggere nei luoghi dove viene invocata la sua protezione.
O Santo della Tebaide, glorioso Antonio abate, a te affidiamo le nostre anime, perché possano vincere le tentazioni dell’inferno, come tu gloriosamente hai superato.
A te, che tanto puoi presso il Signore, raccomandiamo i nostri corpi perché siano sani; le nostre case perché il fuoco le risparmi; i nostri campi perché salvi da ogni pericolo diano abbondanti i frutti; i nostri armenti perché sottratti ad ogni infortunio, ci servano e ci rendano vantaggi.
Benedici, o glorioso Antonio, le nostre anime, i nostri corpi, le nostre sostanze.
Amen.