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Il decoro faentino “a Penna di Pavone”

28 Settembre 2013

Le ceramiche artistiche dipinte a mano di Laura Silvagni “La Vecchia Faenza” sono realizzate nel rispetto delle tecniche e delle decorazioni tradizionali di Faenza.

I maestri ceramisti del passato hanno creato decori e motivi che ancora oggi ci ispirano e che si prestano a nuove personali interpretazioni. Ciascuno di questi decori ha la propria origine e la propria storia, legata alla storia del nostro territorio e della nostra città.

Tra questi decori tradizionali, la “Penna di Pavone” è certamente tra i nostri preferiti, e tra quelli maggiormente apprezzati dai faentini e dagli appassionati di maioliche.

Come dice il suo nome, questa decorazione si ispira ai colori e alle geometrie dell’occhio della penna di pavone. È infatti composto da “ventagli” policromi arancio, gialli, viola e verdi, incorniciati da ornamenti e ricci blu brillante.

Piatto a Penna di Pavone
Piatto a Penna di Pavone con Gallo

Il decoro “a Penna di Pavone” e lo splendore del rinascimento Faentino

Il motivo a penna di pavone ha origine orientale, ed allude al Sole Nascente assumendo perciò il significato di rinascita, resurrezione. Questo tipo di decorazione si diffuse a Faenza partire dalla metà del Quattrocento, la prima vera epoca d’oro della ceramica faentina. È in questo periodo infatti che si assiste al trionfo del colore e alla massima brillantezza dello smalto.

Mattonella “A Pavona” del pavimento Vaselli di S. PetronioLa maestria delle botteghe faentine del quattrocento è splendidamente esemplificata dalla Cappella Vaselli in San Petronio a Bologna: più di mille mattonelle esagonali realizzate da Pietro Andrea da Faenza nel 1487 ornano il pavimento della cappella da oltre cinque secoli (vedi foto a lato). Di queste mattonelle, un centinaio sono decorate “a Penna di Pavone”, a dimostrazione della popolarità di questo motivo.

Complice di questa fiorente attività artistica cittadina è la protezione della “dulcissima gens Manfreda”. Il decoro “a Pavona” è in particolar modo rappresentativo del legame tra i ceramisti faentini e i signori Manfredi, loro mecenati. La tradizione popolare lega infatti questo decoro ad una vicenda amorosa del Rinascimento faentino, che vede protagonisti Galeotto Manfredi e la bella amante ferrarese Cassandra Pavoni, detta appunto “la Pavona”.

Vasi a Penna di Pavone

Galeotto Manfredi e Cassandra Pavoni: amore e ceramica a Faenza

La storia d’amore di Galeotto e Cassandra ebbe inizio durante l’esilio ferrarese di Galeotto, e quando egli tornò trionfante a Faenza, nel 1477, portò con se la bellissima amante. Il loro amore proseguì indisturbato per due anni. Per lei Galeotto fece adornare i palazzi di penne di pavone, commissionando questo motivo agli abili maestri ceramisti faentini.

Ma il cuore di Galeotto si dovette piegare alla ragione di Stato. Cassandra fu allontanata dalla corte e alloggiata nel convento di San Maglorio perché il principe potesse sposare Francesca Bentivoglio, figlia del ricchissimo signore di Bologna.

I due amanti però continuarono ad incontrarsi segretamente, e dalla loro passione nacquero due figli. Naturalmente Francesca non tardò a scoprire la tresca del marito e la gelosia, accompagnata dalle brame di potere, incoraggiò la bolognese ad ordire un complotto che portò ad un tragico epilogo.

Una sera, fingendosi malata, Francesca mandò a chiamare Galeotto. Il principe venne aggredito da tre sicari, ma fu Francesca stessa ad intervenire e dare il colpo mortale al marito, affondando nel suo ventre un lungo coltello che teneva nascosto tra le lenzuola.

L’assassinio del benvoluto signore Manfredo scatenò l’ira dei faentini, che non accettarono la signoria del figlio della bolognese, Astorgio III, che fu costretto alla fuga assieme alla madre.

Ci piace pensare che da cinque secoli i ceramisti faentini continuano a decorare le loro maioliche con la Penna di Pavone a ricordo di una bella storia d’amore, e per rammentare che gelosia, rancore e smania di potere sono cattivi consiglieri.

Quest’anno ricorrono i settecento anni dalla salita al potere dei Manfredi a Faenza, e si tengono in città numerose celebrazioni a memoria di un periodo felice e prosperoso della nostra storia. La Vecchia Faenza ha voluto partecipare alla ricorrenza realizzando due belle brocche di foggia tradizionale, decorate con il motivo della Penna di Pavone e con i visi di Cassandra e Galeotto.

Brocche Galeotto e Cassandra decorate a Pavona
Brocche Galeotto e Cassandra decorate a Pavona

Brocche Galeotto e Cassandra decorate a Pavona
Brocche Galeotto e Cassandra decorate a Pavona

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